Progetto Vincitore dell’edizione 2020-2021

Vince la terza edizione del Premio Nazionale del Paesaggio e diventa il candidato dell’Italia per la VII edizione del Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa il progetto:

La biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di Bergamo

Localizzazione: Valle di Astino, Bergamo (BG) 

Soggetto proponente: Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo 

Partners: Regione Lombardia, Provincia di Bergamo, Comune di Bergamo, Parco dei Colli di Bergamo, Valle d’Astino S.r.l. (Società proprietaria dell’intero complesso dell’ex Monastero di Astino e interamente partecipata dalla Fondazione Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo), Orto Botanico di Bergamo “Lorenzo Rota”, Centro Studi sul Territorio, Università degli Studi di Bergamo. Partecipano inoltre al progetto imprese agricole, aziende e associazioni.

Al centro del territorio comunale di Bergamo, a pochi minuti a piedi dalla città, la valle di Astino ne custodisce la storia e la biodiversità. Qui nel medioevo viene costruito un monastero vallombrosano, che organizza il paesaggio dell’area con canali e coltivazioni. Fin dall’immediato secondo dopoguerra, le istituzioni locali e regionali pongono vincoli per proteggere l’area, risorsa verde all’interno del territorio di una città industrializzata. Ciononostante, il monastero e l’intera area sono statti prima privatizzati e poi abbandonati, divenendo una periferia agricola degradata. L’ambizioso progetto di recupero e pianificazione del paesaggio della valle d’Astino è iniziato nel 2007. In quell’anno è avvenuta l’acquisizione dell’edificio del monastero e dei suoi annessi agricoli da parte della Fondazione Misericordia Maggiore di Bergamo, che, stringendo accordi di collaborazioni con le istituzioni pubbliche e con aziende agricole e cooperative, ha avviato il restauro del complesso e il recupero paesaggistico del patrimonio terriero della valle all’insegna della biodiversità e delle coltivazioni biologiche. Il progetto, che ha visto il coinvolgimento della popolazione, ha previsto l’impiego di persone svantaggiate. Nel 2017 è stato sottoscritto un Accordo di programma che si propone: la salvaguardia, gestione e pianificazione del paesaggio della valle di Astino; il recupero del monastero e delle cascine dell’area (Cascina Convento e Cascina Mulino) nonché del castello e dei sentieri; la creazione di percorsi didattici all’interno del bosco dell’Allegrezza; il recupero delle coltivazioni tradizionali, attuate secondo metodi biologici, e della rete idrica (frutto dell’azione secolare dei monaci); la costituzione di una sede separata dell’Orto botanico. In parallelo, sono state attivate una serie di iniziative culturali, didattiche e di formazione, legate al paesaggio e all’alimentazione, intese a restituire Astino e la sua Valle ai Bergamaschi.

Motivazione del Premio: Per la restituzione alla pubblica fruizione di un paesaggio in stato di degrado che rischiava di essere oggetto di interventi speculativi; per la multidimensionalità con cui il progetto ha agito in modo virtuoso sul territorio, ponendo grande attenzione alla governance e alle modalità con cui le azioni proposte e attuate, rappresentino una sicura garanzia di continuità dell’iniziativa basata su criteri di sviluppo sostenibile; per l’approccio multidisciplinare al paesaggio nella organica attenzione alla dimensione economico-produttiva, a quella ambientale, a quella estetica, a quella storico-culturale e, non da ultimo, alla dimensione sociale; per aver generato un esemplare processo di costruzione di paesaggi di prossimità ed  evidenziato la volontà e l’impegno di una comunità tenace ed operosa.

Il progetto persegue in maniera integrata e particolarmente efficace i seguenti obiettivi indicati nel bando del MiBACT: riqualificazione e valorizzazione di beni architettonici e storico-artistici, materiali e immateriali, dei paesaggi rurali tradizionali, delle aree degradate, con il preciso intento di supportare la sostenibilità ambientale (ma anche economica e sociale) dell’area, il contrasto al rischio idrogeologico e l’attuazione di forme di turismo sostenibile. Il progetto dimostra anche una grande attenzione ai temi dell’accessibilità e dell’inclusione.

Nel riconoscere le importanti qualità del progetto, è stata apprezzata la rispondenza delle azioni che ne hanno permesso l’attuazione ai quattro criteri stabiliti dal Regolamento per l’attribuzione del Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa.

Sviluppo territoriale sostenibile 

Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, il progetto parte da una valutazione ambientale strategica: tutte le iniziative previste nell’Accordo di programma dovevano essere effettivamente sostenibili. Tutti gli obiettivi sono stati quindi sottoposti a monitoraggio e valutazione. Il paesaggio della valle di Astino fa parte della rete ecologica del Parco dei Colli, comprendendo corridoi ecologici per la conservazione delle biocenosi, potenziando la biodiversità, promuovendo le colture biologiche ed escludendo quelle industriali. Il progetto non esclude la presenza antropica, ma al contrario la promuove in maniera non invasiva. Per tale ragione la valle è raggiungibile in macchina soltanto fino a un punto di sosta e accoglienza progettato secondo criteri di mitigazione ambientale. 

Per quanto riguarda la sostenibilità economica, il modello pubblico-privato ha consentito un’ottimizzazione nel reperimento e nell’impiego dei fondi destinati alla realizzazione del progetto. Inoltre, la realizzazione di punti di ristoro e di accoglienza ha contribuito a garantire la sostenibilità dell’iniziativa sul lungo periodo. Il progetto agricolo di Astino passa anche e soprattutto attraverso l’individuazione di forme di promozione dei prodotti agroalimentari della valle e di valorizzazione della filiera corta. L’istituzione del marchio collettivo che identifica i prodotti agroalimentari biologici provenienti dalla Val d’Astino, l’individuazione nella valle di spazi per poter allestire punti esposizione/vendita dei prodotti agricoli stessi, la sinergia tra i produttori agricoli e la ristorazione offerta nella stessa Astino, sono azioni che vanno in tale direzione. 

Inoltre, con il restauro conservativo del complesso e con il recupero del reticolo di coltivazioni, il mosaico di coltivi e terrazzamenti vitati che caratterizzava la valle, è stato tutelato l’alto valore del paesaggio, minacciato dal degrado e dal consumo di suolo. 

Esemplarità 

ll progetto offre spunti importanti sul tema della rigenerazione delle periferie e delle cinture verdi, andando a implementare una serie di azioni integrate che hanno riportato l’area al centro dell’ecosistema urbano, in connessione con la città storica. 

Riguardo alla biodiversità, il caso di Astino integra tradizione e innovazione. Fondamentale è la sede distaccata dell’orto botanico come centro di ricerca e innovazione agraria per la coltivazione di 1000-1200 varietà alimentari tradizionali. Inoltre, la Fondazione MIA ha favorito programmi di ricerca e di sperimentazione agraria diretti allo sviluppo di particolari coltivazioni appartenenti alla tradizione, anche in base a specifici accordi. Il protocollo di intesa stipulato con Linificio e Canapificio Nazionale s.r.l. per il progetto “Lino ad Astino: tradizione cultura e innovazione” ha, per esempio, permesso di reintrodurre in Valle la coltivazione del lino e della canapa da fibra. Un’attenzione marcata è stata prestata anche alla commercializzazione attraverso la filiera corta. 

Il progetto è esemplare anche per la governance e le modalità di dialogo tra i soggetti coinvolti (proprietà, agricoltori, enti pubblici, abitanti, cittadini e collettività urbana), iniziato dapprima con la redazione della Carta Etica, presupposto per armonizzare le varie esigenze e interessi, e poi proseguito attraverso il Protocollo d’intesa del 2007 e l’accordo di programma del 2017. 

Per questi motivi Astino può essere un modello esemplare per gli interventi di recupero di paesaggi periurbani o in aree urbanizzate, dove la dimensione ambientale convive secolarmente con il modellamento antropico del paesaggio. 

Partecipazione pubblica 

Il progetto nasce dalla volontà di restituire alla pubblica fruizione un paesaggio in stato di degrado che rischiava di essere oggetto di speculazione edilizia. Il recupero è avvenuto attraverso la costruzione di un sistema di governance, dapprima, nel 2007, attraverso il dispiego di una strategia pubblico-privato con gli accordi tra Comune e Fondazione MIA, poi con l’accordo di programma, sottoscritto nel 2017, che ha coinvolto oltre a Comune (che ha messo a disposizione il proprio Orto Botanico) e Fondazione, la Società Val d’Astino (di cui la Fondazione Mia è socio unico), la Regione, la Provincia e il Parco dei Colli in un sistema di coordinamento ampio dei soggetti pubblici e privati. Nel 2016 è nata APAB, Associazione Produttori Agricoli Biologici della Valle d’Astino. 

Le fasi decisionali hanno coinvolto in maniera ampia le istituzioni locali e regionali, ma le associazioni socio-culturali che fin dagli anni Ottanta hanno sollecitato il recupero e la valorizzazione della Valle di Astino. In particolare, sin dal 2007, la progettazione ha incorporato alcune proposte delle associazioni. Nella formulazione dell’iter decisionale che ha portato alla sottoscrizione dell’Accordo di Programma del 2017, sono stati coinvolti in particolare: le principali associazioni di categoria agricole presenti sul territorio del Parco; associazioni ambientaliste riconosciute a livello nazionale (WWF, Legambiente, Italia Nostra, Lipu); Consorzio di bonifica per la media pianura bergamasca; ordini professionali della provincia di Bergamo (architetti, ingegneri, geometri, agronomi); CCIAA di Bergamo; Diocesi di Bergamo. Sono state altresì previste azioni di comunicazione, di pubblicizzazione e di sollecitazione della partecipazione attiva della cittadinanza, al fine di incentivare la presentazione di suggerimenti e proposte. 

Il progetto si è inserito coerentemente all’interno della politica di tutela dell’area, attuata in maniera pionieristica sin dagli anni Cinquanta nel piano regolatore. Tale azione è stata garantita dalla costituzione, nel 1977, del Parco dei Colli e dalle normative comunali degli anni ‘80 per evitare l’edificazione incontrollata all’interno del territorio di Astino. Fin dal 2002-2003, grazie ad uno studio dell’Università di Bergamo, era stata avviata la richiesta di riconoscimento del valore ambientale dei boschi di Astino e dell’Allegrezza, riconosciuti come Siti di interesse comunitario nel 2006, poi divenuti ZSC nel 2017. Gli strumenti di vincolo erano tuttavia insufficienti a fermare il degrado dell’area, rendendo necessaria l’articolata pianificazione concretizzata dal progetto. 

Sensibilizzazione 

Nel complesso, si ambisce a rendere Astino un centro di riferimento per il paesaggio, su un piano multiscalare: locale, regionale ed europeo. A livello locale e regionale, i numerosi percorsi didattici e le iniziative culturali hanno reso Astino una meta privilegiata, soprattutto durante i fine settimana, per i cittadini e gli abitanti della regione. Inoltre, le iniziative di alta formazione e i seminari legati alla Convenzione europea del Paesaggio, come l’Université d’été, contribuiscono a diffonderne i valori e a promuovere la formazione di specialisti nel settore della conoscenza e dell’intervento sui paesaggi. Alcune iniziative di portata internazionale, come l’organizzazione ad Astino del G7 dell’agricoltura, hanno rafforzato il ruolo del sito nella promozione della biodiversità. 

I cittadini hanno visto quest’area di nuovo collegata alla città, non più attraverso percorsi automobilistici, ma grazie a una rete sentieristica di mobilità dolce. Astino è stata inclusa nelle iniziative legate alla Smart city di Bergamo. L’integrazione dei servizi turistici, ricreativi, culturali ed educativi con la funzione produttiva agricola, permette agli utenti di fruire del paesaggio immergendosi nella cultura del luogo. L’esperienza di consumo diventa occasione di arricchimento culturale e sociale. La promozione del benessere individuale è stata promossa anche attraverso percorsi di inserimento nel lavoro di figure svantaggiate.